IL CANE VAGANTE, UN PREDATORE POCO EFFICIENTE

Già nel 1993, nel mio libro "Il cane vagante" (1), misi in evidenza molte caratteristiche diverse tra cane e lupo, tali da indurmi a ritenere che il cane, nonostante derivi dal lupo (Canis lupus), abbia ormai raggiunto uno stato di specie diversa (Canis familiaris). Non solo, infatti, vi sono differenze morfologiche tra lupo e cane, quali la differente forma del cranio e della coda e la mancanza nel cane della ghiandola sopracaudale, ma vi sono anche differenze nel comportamento e nella nicchia ecologica ed un parziale isolamento riproduttivo.

Le differenze di comportamento possono essere in parte spiegate con il fatto che, a differenza di quanto avviene in un branco di lupi, dove i cuccioli perfezionano le tecniche di caccia osservando la madre e gli altri membri del branco durante le fasi di inseguimento, attacco e uccisione della preda, nel cane vagante questa componente viene a mancare. Infatti i cani spesso vengono allontanati da cuccioli dalla madre ed adottati dall'uomo molto precocemente (2).

Il lupo è un predatore specializzato. Se la preda prescelta è di piccola mole, come una pecora, essa viene uccisa per lo più con un unico morso degli affilati denti canini alla regione laringo-tracheale. Se la preda è più grande (bovini, cavalli), essa viene azzannata ai fianchi ed alle cosce e quindi bloccata e soffocata con morsi al muso. I cani invece hanno canini ottusi ed una pressione sulle cuspidi dei denti molto ridotta rispetto al lupo, così da provocare molte ferite ma molto più superficiali (2).

Come osservano Fico et al. (2), nella carotide dei Mammiferi, all'altezza della sua biforcazione in carotide esterna ed interna, sono presenti dei barocettori o recettori di pressione, che vengono stimolati dalla distensione della parete dell'arteria. Nel caso di un brusco aumento di pressione nel lume vasale, come avviene in seguito a un morso violento da parte di un lupo con compressione del vaso, si ha un aumento della secrezione dei neuromediatori (adrenalina o noradrenalina) che da un lato inibiscono l'attività tonica del centro vasocostrittore, dall'altra eccitano il centro nervoso cardioinibitore. La contemporanea stimolazione compressiva del nervo vago, che decorre nella stessa area anatomica, accentua la bradicardia, determinando l'arresto cardiaco ed il collasso cardiocircolatorio pochi secondi dopo il morso. I cani vaganti non hanno meccanismi di predazione così sofisticati e possono inseguire gli animali domestici per ore, arrecando molto disturbo, paura e stress, ma raramente uccidendoli direttamente.

Carlo Consiglio

(1) Consiglio C. 1993. Il cane vagante. Satyagraha, Torino, 92 pp.

(2) Fico R., S. Angelucci & I. Patumi 2005. Accertamento dei casi di predazione sul bestiame domestico: metodi, validazione dei risultati e implicazioni gestionali. Lupo o cane: chi è stato? Livestock predation assessment: methods, validation and management outcome. Wolf or dog predation: who did it? Biologia e conservazione della fauna 115: 52-63.